La Commissione Europea si sta muovendo per trovare delle soluzioni per la crisi al confine bielorusso-polacco, ma nel peggiore dei modi possibili.
Ha infatti ha proposto modifiche temporanee alle normative comunitarie attraverso l’utilizzo dell’Art 78paragrafo 3 – del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) – presentando misure che, utilizzando le parole di Schinas, “doteranno la Lettonia, la Lituania e la Polonia dei mezzi necessari per far fronte a tali circostanze straordinarie in modo controllato e rapido e per operare in condizioni di certezza del diritto”.
In altre parole, cambiamo le normative europee così quello che succede e succederà al confine diventa legale.
Cosa prevedono le misure proposte:
- Estensione della procedura di frontiera – ovvero una procedura che esamina una richiesta ai confini senza entrare nel territorio dello Stato – che può essere applicate a tutti i richiedenti asilo (tranne casi in cui non sia possibile fornire un sostegno adeguato ai richiedenti con particolari problemi di salute).
- La procedura accelerata di frontiera può durare fino a 16 settimane (rispetto alle 4 sinora previste). In queste 16 settimane si dovrebbe registrare la domanda d’asilo, esaminarla e garantire anche un eventuale ricorso. Deve essere ricordato che le procedure accelerate in frontiera possono prevedere la detenzione dei richiedenti asilo.
- Condizioni di accoglienza che debbono rispondere alle “esigenze di base”. Ben diverse, quindi, da quelle stabilite nella direttiva comunitaria che prevede gli standard minimi di accoglienza per richiedenti asilo.
- Procedure rapide e semplificate per il rimpatrio.
- Durata temporanea di 6 mesi
L’eccezionalità della situazione al confine viene utilizzata per sospendere i diritti fissati dalle stesse normative europee. Non per mettere in atto eccezionali azioni umanitarie e di solidarietà, ma per restringere ancora una volta i diritti di chi cerca protezione in Europa.
Sono gravissime le misure proposte perché portano a uno scenario in cui la detenzione può divenire la pratica più diffusa, dove le procedure accelerate andranno a minare le garanzie procedurali e i diritti dei richiedenti asilo, e le condizioni di accoglienza saranno al di sotto di quegli standard che l’Unione Europea ha definito da anni. Non vi è più alcuna traccia della solidarietà tra Stati., di ricollocamenti e di sostegno.
Questa non è l’Europa che vogliamo.
Qui il link al comunicato della Commissione
Qui il link alla proposta della Commissione
Foto in copertina Fot. Irek Dorozanski / DWOT – Kancelaria Premiera