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Gruppi Vulnerabili

VITTIME DI TORTURA

Si stima che il 30% dei richiedenti asilo che arrivano in Europa abbia subito esperienze di tortura. Eventi catastrofici come la tortura, praticata per volontà di un uomo su un altro uomo, provocano lacerazioni che modificano sostanzialmente l’essenza dell’individuo. Le precarie condizioni di vita e l’assoluta incertezza sul proprio futuro tendono a perpetuare le esperienze di re-traumatizzazione, sostenendo un circolo vizioso che rende assai difficile il trattamento e il recupero di una soddisfacente qualità di vita. È per questo che i trattamenti rivolti alla cura e al recupero dei rifugiati sopravvissuti a tortura che noi proponiamo prevedono un intervento tempestivo e contemporaneo sia a livello medico-psicologico che sociale: vogliamo da subito contribuire a creare condizioni di vita volte a contrastare esperienze di estrema incertezza e possibili retraumatizzazioni. Siamo impegnati dal 1996 in progetti volti alla riabilitazione delle vittime di tortura e siamo membri italiani della Rete europea “International Rehabilitation Center for Torture Victims – IRCT”, che include più di 80 centri europei.

Kintsugi

Fondo: 8 per mille Irpef a diretta gestione statale per l’anno 2016
Valore complessivo del progetto: 295.144,20 euro
Periodo di implementazione: settembre 2018 – marzo 2020

Obiettivo del progetto: Riabilitare, garantire protezione e avviare verso percorsi di inclusione sostenibile i rifugiati (termine con il quale indichiamo i richiedenti asilo, i beneficiari di protezione internazionale e umanitaria) sopravvissuti a tortura e traumi estremi, con particolare attenzione ai traumi da viaggio, attraverso servizi di supporto multidisciplinari. Il progetto fornisce Assistenza medico-psicologica; Orientamento e assistenza legale; Integrazione abitativa; Integrazione formazione e lavoro; Ricongiungimento familiare; Laboratorio di riabilitazione psico-sociale presso l’Associazione Controchiave.

Risultati raggiunti: Dall’avvio del progetto è stata realizzata un’attività di individuazione delle vittime di tortura e di violenza alle quali è stata assicurata l’assistenza socio-legale e, laddove necessaria, quella medico-psicologica in base al consenso espresso degli interessati. Con le persone prese in carico è stato condiviso un progetto individuale volto al raggiungimento della loro autonomia socio-economica. Sono state realizzate, altresì, azioni di supporto diretto all’intero nucleo familiare per rendere pienamente sostenibile l’integrazione dello stesso in Italia.
Al 15 novembre 2019 sono stati assistiti 214 beneficiari, di cui 99 donne e 115 uomini. 52 Richiedenti asilo; 101 Rifugiati, 33 Titolari di protezione sussidiaria: 25 Beneficiari della protezione umanitaria/casi speciali, e 3 per ricongiungimento familiare.

Attività: Nel corso del progetto, sono stati erogati contributi a copertura di spese per la qualificazione e riqualificazione professionale, per il riconoscimento dei titoli di studio, per le borse lavoro, per i corsi di formazione per OSS, per assistenti familiari, per addetti alla sicurezza, per parrucchieri, per carrellisti e per mediatori culturali. Sono stati attivati tirocini presso le aziende operanti nella grande distribuzione a livello nazionale ed internazionale, nel settore alberghiero, della ristorazione, dell’agricoltura, del bricolage, della meccanica e della sartoria.
Nell’ambito delle attività progettuali e a seguito di riunioni multidisciplinari, sono state individuate dieci persone che potranno trovare giovamento nel seguire un percorso di riabilitazione psico-sociale, attraverso un’opzione terapeutica non convenzionale, per contribuire in modo efficace e duraturo al percorso di integrazione. Dal 1 ottobre 2019, dieci beneficiari del progetto Kintsugi partecipano a cadenza bisettimanale, ad incontri della durata di due ore ciascuno, al laboratorio di percussioni presso l’Associazione Controchiave di Roma con la quale il CIR ha stipulato un accordo. Dopo una prima fase di apprendimento musicale, i beneficiari potranno partecipare ad esibizioni pubbliche che verranno organizzate dall’Associazione Controchiave, nell’ambito di festival nazionali ed internazionali.

Co-creating a Counselling Method for refugee women Gender-Based Violence victims

Ente finanziatore: programma europeo “Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea” (2014-2020)
Capofila: SOLWODI (Germania)
Partner: Consiglio Italiano per i Rifugiati, G.I.R.A.F.F.A. onlus (Italia), il Consiglio Greco per i Rifugiati, il Consiglio Cipriota per i Rifugiati, Suomen Setlementtiliitto (Finlandia), Jesuit Refugee Services (Croazia), il progetto “Co-creating a Counselling Method for refugee women Gender-Based Violence victims”.
Periodo di implementazione: da novembre 2017 a novembre 2019.

Obiettivo del progetto: il progetto è volto alla creazione di uno specifico modello di counselling per il sostegno a donne titolari di protezione internazionale e richiedenti, vittime di violenza e persecuzioni legate al genere. Obiettivo è altresì quello di contribuire al miglioramento delle competenze dei professionisti coinvolti a vario titolo nell’assistenza alle donne rifugiate vittime di violenza e persecuzione di genere attraverso un’adeguata formazione, il mutuo scambio di competenze e la creazione di un servizio di supporto specifico (metodo counselling).

 

DONNE VITTIME DI VIOLENZA

La violenza di genere, che colpisce più frequentemente le donne, viene riconosciuta a livello internazionale quale violazione dei diritti umani. Vi sono donne soggette ad abusi per aver trasgredito alle norme sociali o culturali della propria società di appartenenza, donne vittime di matrimonio forzato, violenza domestica, stupro o mutilazioni genitali. Come documentato da ricerche sul tema e dalle esperienze degli operatori del settore, almeno il 50% delle donne che hanno visto riconoscersi un tipo di protezione ha subito una forma di violenza di genere nei paesi di origine o nei paesi di transito. La violenza per le donne in fuga rappresenta al contempo una costante e una variabile della loro esistenza, un’esperienza drammatica che inizia nel paese di origine e che cambia forma durante la fuga e nel paese di accoglienza.

CCM _ GBV Co-creating a counselling Method for Refugee Women Gender-Based Violence Victim

Ente Finanziatore: UE – Programma Comunitario Justice
Valore complessivo del progetto: 871.342 euro
Periodo di implementazione: Novembre 2017 – Novembre 2019
Capofila: Solwodi
Partner: CIR e G.I.R.A.F.F.A. onlus (Italia), il Consiglio Greco per i Rifugiati, il Consiglio Cipriota per i Rifugiati, Suomen Setlementtiliitto (Finlandia), Jesuit Refugee Services (Croazia)

Obiettivo del progetto: Creare uno specifico modello di counselling per il sostegno a donne richiedenti asilo e titolari protezione internazionale vittime di violenza legate al genere. L’obiettivo è inoltre contribuire al miglioramento delle competenze dei professionisti coinvolti nell’assistenza alle donne vittime di violenza e di genere attraverso la formazione, il mutuo scambio di competenze e la creazione di un servizio di supporto specifico.

Ruolo del CIR: Referente per l’Italia Risultati raggiunti: Abbiamo svolto corsi di formazione interni per il miglioramento le competenze dello staff CIR in materia. Abbiamo realizzato eventi pubblici per la diffusione dei temi relativi alla violenza di genere e degli strumenti giuridici a disposizione degli operatori di settore, degli studenti e della società civile. Abbiamo fornito assistenza legale a 74 donne vittime di violenza di genere (un numero di nuovi casi ognuno visto diverse volte). Abbiamo inoltre realizzato 5 infocaffè a cui hanno partecipato 78 donne: incontri con donne richiedenti asilo e rifugiate presso i centri di accoglienza per discutere insieme della violenza di genere, informandole e facendo emergere eventuali fragilità con un metodo partecipato. Abbiamo redatto 130 diari di bordo: uno strumento di analisi e metodo sulle sezioni di counselling effettuate, sulle osservazioni degli utenti e le difficoltà incontrate dagli operatori. Abbiamo prodotto un manual di formazione per gli operatori e un handbook uno strumento che rende più facilmente applicabile il metodo elaborato. Inoltre abbiamo elaborato volantini per diffondere in modo semplice e intuitivo una informazione alle utenti sul tema. Il progetto complessivamente ha realizzato 4300 sessioni di counselling grazie all’impegno di tutto il partenariato.

Just in time! Programmi di emersione e sostegno alle donne migranti che esperiscono violenze di genere

Ente Finanziatore: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari opportunità
Valore complessivo del progetto: 80.000 euro
Periodo di implementazione: dicembre 2018 – febbraio 2020
Capofila: Be free
Partner: CIR, A Buon Diritto e ARCI

Obiettivo del progetto: Realizzare nel Lazio programmi di emersione a sostegno delle donne migranti che esperiscono violenza di genere che comprendano: identificazione in contesti alternativi ai centri antiviolenza; inserimento in progetti personalizzati; ampliamento della rete di stakeholders interessati alla tematica; attività di informativa legale per le donne nei primi tempi del loro arrivo in Italia; formazione degli operatori del settore sul tema della violenza di genere; interventi anche di carattere sanitario per contrastare le conseguenze delle MGF.

Risultati raggiunti: Il CIR ha partecipato ad attività di formazione presso l’Ufficio Immigrazione del Comune di Roma sulle tematiche di genere. Abbiamo visitato diversi CAS che accolgono donne alle quali abbiamo fornito un servizio di informativa legale e preso in carico casi di donne che hanno esperito violenza di genere.