They don’t care about us: viaggio sulla Rotta Balcanica

Accampamento Elikopter Camp … a un occhio distaccato un accampamento di tende, un luogo provvisorio, di passaggio prima di rischiare la vita nel famoso “game” … a un occhio che vuole vedere al di là dell’instabilità e provvisorietà di quelle tende costituisce uno spaccato della profonda umanità del popolo afgano… il luogo simbolico del loro rifugio, della loro sicurezza, della loro intimità… il popolo afgano è costretto a cambiare “CASA” ma il loro concetto di “CASA” non cambia.

Proprio per questo forse è meglio raccontarlo come un contesto vivente, un porto sicuro dove più di 60 famiglie afgane, con bambini molto piccoli, adolescenti e ragazzi hanno costruito una “CASA” a cui sono ancorati da una relazione identitaria.. .casa non tanto quale denotazione fisica ma come luogo che fotografa l’identità, la forza, la fierezza di questo popolo che non rinuncia alla sua dignità nell’affrontare il suo esilio … neppure dopo ogni “game over” nel tentativo di raggiungere l’Europa degli agognati diritti umani.

Le fotografie vogliono essere il tentativo di raccontare lo spirito di questo popolo che con un’altissima tempra non si piega alle continue barbarie, violenze, atti di disprezzo e insegue con orgoglio il sogno di essere riconosciuti come uomini liberi e con tutti i diritti di ogni essere umano.

Gli scatti fotografici narrano di famiglie che nonostante siano state spogliate fino alla loro più intrinseca intimità e coscienza nel tentativo di passare “i vari livelli del game” nel raggiungere l’Europa, trovano la forza di dare il senso di casa ai loro figli.

Bambini e adolescenti che, nonostante gli abiti logori e volti diventati adulti in fretta, hanno i diritti di  tutti i bambini e adolescenti del mondo.

Dolore e resilienza si leggono ripetutamente negli sguardi di queste persone… dolore nel vivere quotidianamente queste esperienze disumane … resilienza di alzarsi e ripartire dopo ogni caduta.

Più delle parole sono i loro occhi a parlare e dire a tutti noi che ”tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti” e che  “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana ed i loro diritti, eguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo” (art.1 e Preambolo Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo)

Articolo: Valentina Masotto e Gianni Zudetic

I nostri scatti

Fotografie di Gianni Zudetic