CIR: fortemente preoccupati dal Decreto Immigrazione

Roma, 24 settembre 2018 – Il Consiglio Italiano per i Rifugiati – CIR è fortemente preoccupato per i contenuti del Decreto Immigrazione approvato oggi dal Consiglio dei Ministri. Le misure contenute nel Decreto Legge, se confermate, andranno a deteriorare pesantemente il livello di protezione, il sistema di accoglienza e le possibilità di integrazione di quanti arrivano nel nostro Paese perché bisognosi di protezione.

“Tra le misure introdotte ve ne sono alcune che, pur segnando un arretramento sul livello dei diritti garantiti, si muovono nel quadro normativo internazionale e nazionale. Altre che sono contrarie al buon senso. Ma quelle che più ci allarmano, sono quelle contrarie ai diritti delle persone. Misure che costituiscono un pericoloso indirizzo, come quelle relative alla militarizzazione del tema asilo e alla cittadinanza. Il Decreto va infatti a colpire diritti solennemente riconosciuti dalla nostra Costituzione e potrebbe avere conseguenze su temi che vanno al di là della questione migratoria” dichiara Mario Morcone Direttore del CIR. “Preoccupa molto anche l’effetto che alcune misure, come l’abolizione della protezione umanitaria, avranno sulla gestione dei flussi migratori. È un Decreto che mira a creare irregolarità, non certo a gestire l’immigrazione. Togliere la possibilità di rilasciare un permesso umanitario a un richiedente asilo che ha compiuto un percorso di integrazione, trovando un lavoro e concorrendo positivamente al benessere generale, è una previsione che va contro ogni buonsenso. Vogliamo ricordare che le possibilità di rimpatriare i migranti irregolarmente presenti sul territorio sono davvero molto limitate.”.

Ma le misure che più destano allarme quelle che riguardano il trattenimento, la cittadinanza e la protezione internazionale.

Il decreto introduce poi l’istituto della revoca della cittadinanza per “stranieri e apolidi” che abbiano una condanna definitiva per delitti commessi per finalità di terrorismo. Si costruiscono, in aperto contrasto con lo spirito e con la lettera della Costituzione, due categorie di cittadini: gli “italiani DOC” e quelli “non originali”, ovvero tutti quelli che hanno acquistato la cittadinanza italiana ma sono di origine straniera. E a questi la cittadinanza, secondo il Decreto, la si può togliere. 

Il decreto introduce una norma pericolosissima: la possibilità di trattenere ai fini dell’espulsione migranti fuori dai CPR in strutture idonee e nella disponibilità dell’autorità di pubblica sicurezza. “Una previsione che, da un lato, fa venir meno tutte le garanzie procedurali del trattenimento delle persone e, dall’altro avvia una sorta di militarizzazione del tema dell’immigrazione contraria alla storia e alla cultura di questo Paese” continua Morcone.

La possibilità di garantire protezione internazionale sarà gravemente compromessa sia dal punto di vista sostanziale – con le misure per la revoca dello_ status_ e per la sospensione della domanda d’asilo – che dal punto di vista delle garanzie procedurali – con l’introduzione delle procedure di frontiera e quelle sulla reiterazione della domanda d’asilo. Il Decreto introduce la sospensione dell’esame della richiesta di protezione con conseguente notifica di espulsione per i richiedenti asilo che hanno in corso un procedimento penale, prima che una sentenza definitiva certifichi una condizione di colpevolezza. Una misura grave e allarmante che incrina il principio di presunzione di innocenza, pilastro del nostro ordinamento. 

Il Decreto Immigrazione segnala inoltre un gravissimo arretramento sul fronte dell’accoglienza: prevede infatti lo smantellamento del sistema di accoglienza diffusa a favore della nascita di centri governativi di grandi dimensioni. L’ingresso nel sistema SPRAR viene negato a tutti i richiedenti asilo che dovranno attendere l’esito della loro domanda in centri governativi in cui non avranno accesso alcuno a percorsi di
integrazione. Tutto il lavoro fatto a favore della delocalizzazione e della concertazione tra Stato-Regioni, per la creazione di piccoli centri che favoriscano un positivo dialogo sociale e possibilità di coesione, viene distrutto. Verranno privilegiati i grandi numeri di centri come Cona, Bagnoli e Mineo, che hanno certamente dimostrato tutta
la loro pericolosità.

Vogliamo ricordare che il Decreto Legge, una volta deliberato dal Consiglio dei Ministri, per entrare in vigore, dovrà essere emanato dal Presidente della Repubblica (ai sensi dell’art.87 Cost.). Successivamente sarà sottoposto alla conversione in legge ad opera del Parlamento ed infine la legge di conversione dovrà essere promulgata, come ogni legge, dal Presidente della Repubblica.

“Siamo ancora fiduciosi che prima della definitiva entrata in vigore di queste norme, sostanziali modifiche possano essere apportate” conclude Morcone.