Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR): pubblicato il rapporto attività 2023 con i dati dell’asilo

Il 2023 è stato un anno particolarmente impegnativo per l’asilo in Italia e in Europa. Non solo per il numero in crescita degli arrivi via mare, ma soprattutto per le tante risposte messe in campo e le modifiche al sistema d’asilo e protezione.

“II Governo italiano ha stabilito un vero e proprio record emanando 4 decreti legge in poco più di 1 anno, caratterizzandosi per una bulimia legislativa in materia di immigrazione. Un metodo che riteniamo critico e nel quale crediamo si sia fatto un uso eccessivo, sotto il continuo richiamo all’emergenza, di strumenti che nascono per rispondere a urgenze e che, per loro natura, devono essere omogenei. I Decreti di cui parliamo hanno legiferato invece su temi strutturali, quali sono i flussi migratori, e si sono caratterizzati per la grande eterogeneità delle norme contenute. Il loro unico comune denominatore è l’obiettivo: restringere, fortemente, lo spazio di protezione in Italia e i diritti di chi chiede protezione nel nostro Paese” dichiara Roberto Zaccaria Presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati “Un anno che si conclude nel peggiore dei modi, con l’annuncio dell’Accordo con l’Albania e le gravi violazioni che rischia inevitabilmente di produrre”.   

Dal punto di vista dei numeri nel 2023 sono state presentate nei 27 Stati membri dell’Unione europea un totale di 1.129.640 richieste di asilo, il numero più alto registrato dal 2018. In Italia le richieste di protezione internazionale presentate sono state 135.820, a fronte delle 351.510 presentate in Germania, delle 166.880 in Francia e delle 162.420 in Spagna. L’Italia ha quindi registrato poco più di un terzo (il 38,5%) delle domande d’asilo presentate in Germania.

Il sistema d’asilo italiano ha esaminato 41.415 domande d’asilo: 49,8% i dinieghi (20.625), 11,9% i riconoscimenti dello status di rifugiato (4.910), il 14,9% sono stati i beneficiari di protezione sussidiaria (6.185), il 23,4% i beneficiari di protezione speciale (9.690) – dati Eurostat.

Per quanto riguarda gli arrivi via mare, 157.652 le persone giunte sulle nostre coste (dati Ministero dell’Interno) e ben 2.476 i morti e dispersi nel Mediterraneo centrale, che continua ad essere la rotta più letale del mondo (dati OIM).

“Sono anni che diciamo che l’emergenza non è nei numeri, seppur in crescita, di quanti arrivano e cercano protezione. Ma è nella mancanza di risposte adeguate in termini di accesso protetto, accoglienza, integrazione, ritorno volontario assistito e salvataggio in mare. Ovvero di tutti quegli strumenti che renderebbero la gestione di questo fenomeno adeguata alla sua complessità e al rispetto dei diritti di queste persone. Diritti che sono sempre più in sofferenza.” dichiara Roberto Zaccaria, Presidente del CIR. 

Questo scenario ha visto in prima fila il Consiglio Italiano per i Rifugiati, con i nostri interventi nel 2023 abbiamo raggiunto 3.667 persone bisognose di protezione.

Abbiamo sviluppato 18 progetti, realizzando interventi di sostegno diretto, tutela e integrazione a favore di 1.686 persone bisognose di protezione.   I nostri sportelli informativi hanno garantito assistenza a 1.493 persone con interventi legali e accompagnamenti sociali in sei territori: Gorizia, Bergamo, Verona, Roma, Badolato e Lecce. Nei nostri centri, all’interno del sistema SAI, abbiamo dato accoglienza qualificata a 488 persone, 217 adulti, 77 minori, 165 minori stranieri non accompagnati e 29 neo maggiorenni.

In un anno che si è contraddistinto per un forte arrivo di minori stranieri non accompagnati, 17.319 quelli arrivati sulle nostre coste, il nostro impegno si è concentrato per accompagnare questo gruppo verso una reale tutela e piena integrazione, dando risposte alle loro esigenze e valorizzando le loro grandi potenzialità. Abbiamo assistito 616 MSNA e neo maggiorenni con interventi di accoglienza, protezione e inclusione in Friuli Venezia Giulia, terminale della Rotta Balcanica, nel Veneto, in Sicilia, regione che vede la presenza del maggior numero di MSNA, e nel Lazio. I percorsi elaborati hanno sempre visto una partecipazione attiva dei ragazzi, gli attori principali di un progetto educativo e inclusivo che spazia da aspetti sociali a quelli legali, e che punta a renderli pienamente consapevoli dei propri diritti.

Nel corso dell’anno abbiamo anche partecipato alla realizzazione di 3 progetti di contrasto allo sfruttamento lavorativo in campo agricolo, in Puglia, Sicilia e nel Lazio, assistendo direttamente 159 persone vittime di sfruttamento. Il tema dello sfruttamento agricolo si intreccia con quello dell’asilo, perché spesso sono proprio i rifugiati che a causa delle loro condizioni di vulnerabilità e bisogno finiscono nelle sue maglie. Parlare di sfruttamento lavorativo e di caporalato ci pone a confrontarci anche con l’efficacia del sistema di protezione e accoglienza, spingendoci a costruire alternative a quanti si trovano schiacciati in questa condizione. I nostri interventi hanno inoltre promosso un’efficace interconnessione con i soggetti istituzionali e le parti sociali per eradicare questo sfruttamento nei singoli contesti territoriali.

Da sempre sosteniamo le persone che mostrano la volontà di tornare al loro paese per intraprendere, con il sostegno dello Stato italiano, un percorso di ripartenza capace di sfruttare l’esperienza e le competenze maturate durante la permanenza in Italia. Siamo infatti convinti che il ritorno volontario assistito sia un diritto delle persone che migrano, ma anche una misura strategica nella gestione delle migrazioni. Nel 2023 è terminato il nostro progetto di Ritorno Volontario Assistito grazie al quale abbiamo accompagnato nel Paese di origine 461 persone. L’approccio personalizzato adottato ci ha permesso di definire un progetto individuale di reintegrazione e di prevedere la specifica assistenza in loco necessaria per la sua realizzazione.

 

Il Rapporto Attività 2023 è disponibile al QUI e offre una panoramica completa delle attività del CIR nel contesto nazionale ed internazionale.

 

 

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