Il Senato approva gli emendamenti al Decreto Cutro: un’analisi sul restringimento della protezione speciale e permessi di soggiorno per casi speciali

Con l’approvazione da parte del Senato degli emendamenti al Decreto Cutro si restringe fortemente uno spazio di protezione finora garantito e che comporterà gravi conseguenze per migliaia di persone nel nostro Paese. Gli emendamenti fanno parte di un insieme complesso di norme, che analizzeremo nei prossimi giorni, e che se definitivamente approvate introdurranno modifiche radicali del sistema di accoglienza per richiedenti asilo e  in materia di procedura per il riconoscimento dello status di protezione internazionale. 

Il provvedimento rende impossibile convertire i permessi per protezione speciale, per calamità e per cure mediche in permessi di soggiorno per motivi di lavoro. Un limite che si tradurrà nell’incremento dei numeri di irregolari presenti nel nostro Paese.

Ulteriore previsione riguarda l’abrogazione – come peraltro già previsto nel testo originale del DL 20/2023, il c.d. Decreto Cutro – di una parte del divieto di respingimento che consentiva il riconoscimento della protezione speciale nei confronti di coloro che avevano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio dello Stato avrebbe comportato violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare. Disposizione incostituzionale e che lede i diritti fondamentali di quanti sono ormai già integrati nel territorio italiano.

Preoccupa molto anche l’eliminazione del secondo binario del procedimento che ne consentiva il rilascio del permesso di soggiorno per protezione speciale, ovvero l’istanza presentata direttamente al Questore.

Una stretta consistente riguarda anche alcuni permessi di soggiorno per casi speciali: si vanno a restringere le maglie che garantivano tutela mediante permesso per calamità e cure mediche. Con tali modifiche si parlerà di “gravi calamità contingenti ed eccezionali” nel caso del permesso di soggiorno per calamità, il cui rinnovo sarà consentito per soli sei mesi dal primo rilascio e di “condizioni di salute derivante da patologie di particolare gravità, non adeguatamente curabili nel Paese d’origine” nel caso del permesso per cure mediche.

Si tratta di cambiamenti radicali che lederanno gravemente quei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione e dalle norme internazionali e che di fatto creeranno maggiore irregolarità e marginalità sociale.

Auspichiamo che in sede di conversione alla Camera si lavori per migliorare il sistema e bloccare tali interventi. Un sistema che sembra ricalcare i c.d. Decreti sicurezza Salvini e fa enormi passi indietro in materia di diritto di asilo.

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